ANNO XXVI - N.4 = DICEMBRE 1999

 

 

FOGLIO NOTIZIE

"LA TRISA"

 

IN QUESTO NUMERO:

  1. = TANTI AUGURI (con divagazione)

  2. = DUE ROMPICAPI MATEMATICI (con premio)

  3. = PER SAN BENEDETTO (dell'Enzo)

  4. = PROGETTO DI RESTAURO (una lettera)

 

 

 

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TANTI AUGURI (con divagazione)

L'intenzione era solo quella, solita ma gradita, dì fare a tutti i soci, in
occasione delle Feste di Natale e Capodanno, gli auguri più sinceri e
sentiti, da riportare anche a familiari ed amici.
Poi però, ripensandoci, abbiamo constatato che questo fine anno è
quello famoso che passa dal 1900 al 2000. ...
Molto si discute se finisca o meno il millennio.
Chi ragiona sostenendo che non è esistito un anno "zero", ma si è
partiti, dopo la nascita di Cristo, dal primo gennaio dell'anno 1,
sostiene con buona ragione, che il millennio finisce al 31 dicembre
2000, così come una decina -finisce al dieci e non al nove ed un
centinaio al cento e non al 99 e così via.
Gli altri dicono, con altrettanta ragione, che quello che importa è il
passaggio, il cambiamento delle prime due cifre dell'anno ed è ciò che
conta per definire il periodo. Ed infatti si dice: "il novecento", "il
seicento" e così via in relazione alle prime due cifre dell'anno.
Que.sta discussione, per la verità, ci importa poco. In ultima analisi
vorrà dire che festeggeremo in maniera speciale sia il 31 dicembre
1999 che il31 dicembre 2000 e così ... saremo a posto.
Quello che invece ci importa sottolineare è come la nostra
associazione, nata quasi per scherzo nel 1955, si appresti anch'essa
a scavalcare il millennio, che non è cosa da poco.
A parte le varie cooperative od ACLI od enti comunque quasi
"ufficiali", crediamo che poche libere associazioni, in Trentino,
possano vantare una vita così lunga.
Crediamo proprio che se a quei 15 o 20 pionieri "cà i là trata insema"
nel 1955, si fosse chiesto di scommettere anche solo una lira sul fatto
c,h e l'associazione sarebbe durata fino al 2000 (una data che,
allora, sembrava quasi mitica o fantascientifica) nessuno avrebbe
rischiato,
Oggi abbiamo come soci, in qualche caso, i bis-nipoti di qualcuno di
quei fondatori: siamo cioè ormai alla quarta generazione!
Un bel successo, non c'è che dire! Andiamone fieri, cari soci !
Ed anche per questo facciamoci insieme i migliori auguri.

La Redazione

 

 

 

 

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DUE ROMPICAPI MATEMATICI (con premio)

E' riapparso Silvano con i suoi giochi enigmistici. Questa volta
propone due "rompicapi matematici" come li definisce lui, ed anche
questa volta assicura che fra i salutari verrà estratto un bel premio..

1°= Un signore a cui viene chiesto quanti anni abbia, risponde! in
questo modo: "Sono padre di nove figli, tra le cui nascite c'è sempre
stata una differenza di tre anni. Il più giovane ne compie oggi 19,
proprio l'età che avevo io quando è nato il mio primo figlio," .
Sapete dire quanti anni ha quel signore?

2° = Un nonno distribuisce fra i suoi nipoti, in parti uguali, 20
banconote da 10.000 lire. Se avesse dato a ciascuno una banconota
di meno, ognuno di loro avrebbe ricevuto un numero di banconote
uguale a1 numero dei nipoti stessi.
Quanti sono i nipoti? 4

Silvano Brunelli

 

 

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PER SAN BENEDETTO

Enzo Morocutti anche questa volta, non manca con l'appuntamento con il
nostro giornalino.

L'adunata alla periferia del paese, anche quest'anno, si è ripetuta,
come il miracolo di San Gennaro, nella seconda: metà di settembre.
Tutte allineate in gruppi familiari di sei - otto, pulitissime, disciplinate,
tirate a lucido nel loro costume nero e bianco, stanno a discutere da ore,
cinguettando animatamente e cambiando di quando in quando posizione,
volano a conferire con qualche capofila esperto per definire il
programma B fissare la data di partenza.
E' evidente che non hanno fretta di andare a svernare, decidono che
è meglio continuare il soggiorno per qualche tempo ancora: qui non
manca l'alimento che in questo periodo va assunto in quantità
abbondante e serve a formare il fondo energetico per intraprendere il
lungo e faticoso tragitto fino al paese caldo che le ospiterà durante
l'inverno.
Le rondini quassù non hanno fretta, a loro il soggiorno non costa
nulla. Non hanno eccessivi problemi: sono rispettate, non debbono
pagare "l'affitto" e la tassa di soggiorno né il probabile prossimo
contributo richiesto dalle Autorità sull'aria che respirano e nemmeno
"l'una tantum"sui moscerini catturati nana stagione od altro. I loro
"scarichi" sono accettati, per ora, dalle autorità attuali come, per
centinaia di anni, li hanno sempre tollerati i loro avi.
Fortunati questi volatili: loro anche quest'anno !non sono stati vessati
da ingiunzioni perentorie di adeguamenti, tributi aggiunti, contatori ed
altri balzelli, inoltre queste simpatiche bestiole non hanno problemi,
come noi umani, per il rifornimento idrico, gli impasti per i loro nidi li
realizzano con acqua e materiali di recupero generalmente reperiti nel
Sarca.
Per quanto durerà questo stato di grazia?
Ho raccolto strane voci in zona; purtroppo qualcosa di negativo si sta
preparando: avete notato i personaggi che l'estate scorsa si
aggiravano per le contrade di Spiazzo e frazioni muniti di blocknotes e
calcolatore? Qualcuno li ha identificati come "Testimoni" di
non so chi, altri come impiegati del catasto, altri ancora come turisti
in cerca di finestre e balconi fioriti...
In realtà si trattava di funzionari addetti al censimento dei nidi di
rondini e dei loro novelli abitanti. E' stata un'operazione eseguita
con la massima discrezione, nessuno avrebbe dovuto sospettare
qualcosa.
Ho appreso che, dai rilievi eseguiti, molti fabbricati verranno tassati
adeguatamente perché ospitano "tot" nidi e quindi "tot" volatili; i
proprietari non potranno distruggere o manomettere le ingegnose
opere abitative delle rondini per evitare di pagare i nuovi tributi: ormai
tutto è già censito.
Intanto le simpatiche bestiole, ignare, tutte allineate sui fili, con i loro
gioiosi cinguettii salutano le persone che si soffermano ad ammirarle
e promettono di tornare a primavera, appena l''aria sarà nuovamente
tiepida.
Per alcuni abitanti della zona, a San Benedetto, ci saranno grossi
problemi sotto il tetto!

Enzo Morocutti

 

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PROGETTO DI . .RESTAURO DEL "VOLT" (una lettera)

Abbiamo ricevuto la lettera che segue relativa al progetto di restauro
del "volt" antistante la nostra sede. Il progetto era stato pubblicato sia
da questo giornalino che da "Spiazzo informa" organo del Comune di
Spiazzo.
L'opinione del socio Aldo Lorenzi può essere condivisa o meno.
Quello che è importante è che dell'argomento si cominci a parlare e si
parli sempre di più, perché a noi pare che l'iniziativa sia importante,
vada in ogni caso portata avanti e quindi l'opinione di tutti è utile
perché si segua la strada migliore e più condivisa.
Preghiamo pertanto i lettori di segnalarci se sono d'accordo con Aldo
od invece con il progettista. Pubblicheremo senz'altro nel prossimo
numero tutti gli eventuali interventi.

Ho letto su "Spiazzo informa" del progetto di restaurazione
riguardante il "volt" su cui si affaccia l'ingresso alla sede de "La Trisa"
e mi sono ritrovato a pensarla diversamente rispetto ad alcuni punti
del programma.
Ho avuto anche modo di discuterne di persona con vari appartenenti
alla nostra società e qualcuno mi ha giustamente consigliato di
rendere pubblico il mio punto di vista. Cosi ho pensato di seguire
questa strada perché credo anch'io sia più facile riflettere su di un
parere che ci sta scritto dinnanzi, piuttosto che controbatterlo
frettolosamente, magari in un momento in cui non si è molto propensi
ad esaminarlo a fondo, come succede quando ci s'incontra per
strada occasionalmente. La sede più giusta potrebbe essere quella
de "La Trisa", mi ha suggerito qualcun altro, e questa è la ragione per
cui ho preferito queste pagine.
Trovo innanzi tutto doveroso ringraziare vivamente coloro che hanno
individuato la necessità di attuare intérventi conservativi sul "volt" e si
stanno facendo carico di portarli a compimento, ben sapendo, per
esperienza, quanto sia più facile sollevare critiche o dare
suggerimenti, piuttosto che impegnarsi in prima persona. La storia è
vecchia, possiamo ben dire fra di noi! Ma qui si tratta del patrimonio
culturale di tutti e trovo importante che si vaglino quanti più pareri
possibili, anche perché Mortaso non offre tante costruzioni storiche da
preservare ed è meglio riflettere bene su quel poco che abbiamo.
Mi pare che il progetto, com'è esposto su "Spiazzo informa", non si
limiti alla conservazione del "volt", così com'è arrivato fino a noi, il
che mi troverebbe perfettamente d'accordo, ma sia teso, nel
tentativo di renderlo più gradevole, a modificarne sostanzialmente
l'aspetto e, di conseguenza, lo spirito. Vorrei spiegare meglio il mio
punto di vista, che tengo a definire in questo modo, perché non
vorrei dare l'impressione di essere così presuntuoso da sostituirmi
agli esperti e cercherò di essere il più chiaro possibile.
Quindi, a mio parere, troverei giusto che:
= la volta sia liberata dai fili elettrici che la deturpano, facendo in
modo che, a lavoro finito, essa risulti, nel suo insieme, pressochè
tale e quale, con la sua patina di "calin" originale. Allo scopo, si
renderà necessario che nei punti in cui avverrà la rimozione dei fili,
vengano effettuati dei ritocchi con mano leggera, in modo che non si
notino diversità di colore;
= la soglia della porta d'ingresso della sede si rifaccia in granito
grezzo, la porta stessa venga sostituita con una più idonea (e qui
occorrerà una scelta oculata, per non cadere dalla padella nella
brace);
= sul selciato sottostante il "volt" venga ripristinata l'originale
"insalagada" (preferisco usare questo termine dialettale perché non
ho sott'occhio il numero di "spiazzo informa" su cui poter prendere
in esame i termini tecnici usati).
Soprattutto mi auguro che gli interventi di cui sopra siano portati a
termine senza modificare in nulla il carattere con cui il "volt" si è
conservato sino ad oggi. Personalmente credo che nessun affresco,
anche il più pregevole, possa eguagliare l'antica bellezza conferita
al "volt" dal "calin" dovuto al passar del tempo, a fattori atmosferici,
ma anche al fumo di antichi "fugular" , nostrane "casarade", etc" alle
attività insomma dei nostri vecchi. Non trovo giusto far scomparire
queste tracce che, come evidente, sono riuscite ad arrivare sino a
noi. Una volta eliminate, esse non si potrebbero più ricreare, perché
nemmeno il trascorrere degli anni le riformerebbe nel medesimo
modo, per il cambiamento, delle abitudini e i conseguenti fattori
inquinanti di altra natura che in futuro interesseranno il "volt".
Proviamo anche un po' a considerarlo di lontano questo nostro
"volt", girando le spalle al resto del paese: niente salta all'occhio in
quello che vediamo, ed il nostro sguardo si può tranquillamente
riposare su quel colore uniforme di tempo passato, rendendoci più
facile rievocare la parte della nostra storia più semplice e più
povera, che però ci ha fatto come siamo e a cui teniamo.
Inoltre, mi par di notare che nei restauri di ciò che è vecchio, si tenda
ad eliminare gli interventi successivi alla versione originale, per
restituire a quanto si vuole recuperare il suo aspetto primitivo:
dobbiamo proprio noi, appartenenti a "La Trisa", società nata per la
tutela delle tradizioni, andare contro corrente e aggiungere al "volt" un
ornamento che i nostri vecchi non hanno ritenuto idoneo o comunque
necessario? Possiamo infatti supporre che sia stata una loro scelta
tenerlo così spoglio, anche perché in altri angoli del paese vollero
invece attuare affreschi, come lo dimostra la bella meridiana dell'
"ora della polenta", posta in luogo adatto e altre piacevoli figure di
Santi protettori sulle facciata della case.
Secondo me, lascerei le imbiancature e gli affreschi a più nuove
costruzioni, a ciò che si potrebbe ben avvantaggiare di un tocco
d'allegria. Forse qualche altro angolo più adatto in Mortaso lo si
potrebbe trovare, se proprio vogliamo aggiungere un affresco al
nostro paese...
A dire il vero mi sembra di aver parlato anche "masa ma m'ho scusà".
Ora lascio la parola ad altri e spero che qualcuno più presente di me
in quel di Mortaso raccolga pareri anche presso i nostri vecchi (con il
significato di saggi, comprendendo nel termine, sebbene al maschile,
anche le loro mogli) e , dato che mi risulta che siano tutti molto vispi e
che sicuramente "i la sa longa", penso che la
discussione possa proseguire in modo interessante, fino ad arrivare
ad una conclusione

Aldo Lorenzi "culinacc"

 

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LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO