ANNO XXIV - N.4 = DICEMBRE 1997

 

 

FOGLIO NOTIZIE

"LA TRISA"

 

IN QUESTO NUMERO:

  1. = LUCI ED OMBRE DI MEZZO ANNO

  2. = QUIETE E FRASTUONO

  3. = LA VAL DE BORZAC

  4. = L'ANGOLO "DEL SILVANO"

  5. = RICORDO

  6. = AUGURI - AUGURI !!

  7. = ULTIMA RACCOMANDAZIONE

 

 

 

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LUCI ED OMBRE DI MEZZO ANNO

Per la nostra associazione, come è noto, l' "anno sociale" va da
agosto ad agosto. Il mese d'agosto, infatti, è quello legato alle
maggiori attività sociali, è quello in cui vengono pagate il maggior
numero di quote sociali, in cui si riscontrano le iscrizioni di nuovi
associati.
Dicembre, Natale, sono quindi, grosso modo, la metà dell'anno
sociale ed a metà anno di solito, le aziende verificano i conti
consuntivi e stendono i conti preventivi.
Noi non siamo un'azienda, naturalmente, ma il momento è buono lo
stesso per qualche considerazione.
Ed in queste considerazioni si intrecciano luci ed ombre.
Le luci sono individuabili in una ormai consolidata maggiore
partecipazione dei soci alle attività sociali. Passati gli "anni bui",
intorno al 1990, quando sembrava farsi strada un progressivo
egoismo anche nei divertimenti e nei passatempi e quindi un
progressivo disinteresse nei confronti delle attività associative, oggi
sembra invece rifiorire la voglia di stare insieme, di intraprendere
iniziative, di riscoprire attività. Ne sono testimonianza il maggior uso
della sede sociale; la maggiore collaborazione a questo giornalino; il
costante aumento del numero dei partecipanti alla Festa della
Polenta, l'aumento stesso del numero degli iscritti.
Da questo punto di vista La Trisa non può certo lamentarsi: malgrado
il passar del tempo, malgrado quindi il venir meno del gruppo "storico"
dei soci anziani, il numero degli associati è ancora oggi ai livelli più alti
della storia dell'associazione e questo non può che essere un motivo
di sostanziale soddisfazione ed un segno che il nostro sodalizio ha
ancora, alle soglie del 2000, una sua precisa ragion d'essere ed un
suo preciso punto di interesse anche per i giovani.
Tuttavia, e qui ci avviciniamo alle zone d'ombra, sembra venir avanti
una certa voglia di conservazione, di mantenimento delle cose come
stanno, di mancanza di coraggio per il nuovo.
In fondo, negli ultimi cinque o sei anni, iniziative davvero nuove non
ce ne sono state e l'impegno è stato soprattutto quello di migliorare
l'esistente. Ne sono testimonianza i lavori importanti effettuati sia nella
sede di Mortaso che nel casett di Vai di Borzago.
Intendiamoci bene: questo ragionamento non vuole in nessun modo
essere una critica ai consigli direttivi che si sono succeduti in questi
anni che, anzi, hanno realizzato molte buone cose: dalla libreria in
sede, alla partecipazione alle manifestazioni di Scarperia; dalla
collaborazione per la casina di Germenega, ad altre importanti
iniziative.
Le considerazioni che andiamo facendo non sono e non vogliono
essere critiche, ma invece quasi "sociologiche" se ci viene passato
questo termine un po' altisonante.
Intendiamo dire che c'è una predisposizione di tutti, Consiglio direttivo
ed associati, a non tentare strade nuove, a non provare nuove
iniziative, a non rischiare.
E' vero che ... "chi lascia la strada vecchia per la nuova ", ma è
anche vero che la nostra associazione che si muove verso i suoi 50
anni, potrà continuare ad interessare anche i giovani nella misura in
cui saprà, ogni tanto, rinnovarsi e rigenerarsi pur nel rispetto
sacrosanto delle tradizioni consolidate.
Lasciamo queste considerazioni alla riflessione "sotto l'albero" di
consiglieri ed associati, grati se qualcuno vorrà segnalarci la sua
opinione per uno dei prossimi numeri del Foglio Notizie.

La redazione

 

 

 

 

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QUIETE E FRASTUONO

Si tratta dell'ormai tradizionale ed atteso pezzo di Enzo Morocutti.

Il silenzio che si gode a Mortaso e dintorni nel periodo autunnale e
invernale è piacevolissimo, irreale, impagabile.
La tranquillità assoluta si gusta solo in questi periodi; il riposo, la
vacanza rigeneratrice, sono possibili veramente solo nel tardo
autunno e, come già constatato negli anni passati, anche per tutto
l'inverno.
A primavera tutto cambia: c'è il risveglio della natura: gemme, fiori, la
tenera erbetta nei giardini e nei prati, etc., è proprio qui che la
situazione cambia: dalla quiete assoluta si passa al frastuono.
Ora mi spiego.
Molti ricorderanno che fino a qualche anno addietro solo a primavera
inoltrata, verso sera, si udiva il rumore metallico del martello sulle
falci che venivano battute sull'incudine piantata nel
terreno o su qualche ceppo in cortile. Ricordate il battito lento, ritmico,
quasi meccanico, del martello sull'acciaio, suono che si spandeva
come richiamo da un punto all'altro del paese? Erano momenti
gradevoli, annunciavano l'imminente inizio della fienagione nella parte
bassa della valle, intorno al paese.
Nei giorni seguenti, di buon'ora, prima che la rugiada fosse asciugata
dall'aria e dal tiepido sole del mattino, i prati venivano falciati
silenziosamente ed unici veri rumori erano i rari colpi della falce contro
qualche sasso disperso fra l'erba e il fruscio della còte mentre affilava
l'attrezzo. Che tempi! Tutto questo veniva ripetuto al massimo tre volte
l'anno.
Purtroppo suoni e rumori di questo genere dobbiamo lasciarli al
passato. Da qualche anno la tecnica ha soppiantato la manualità, Ora
molti possiedono decespugliatori, falciatrici, tosaerba di tutte le
cilindrate, schiamazzanti ed irritanti, hanno la particolarità di toglierti la
pace e renderti le giornate, anzi le settimane, tristi ed angosciose.
Appena il tepore primaverile annuncia l'imminente risveglio della
natura, iniziano ovunque le prove generali. Rombi e ruggiti dei
diabolici macchinari si avvertono nel paese, in crescendo esasperato,
quasi si tratti di conquistare una posizione in "formula uno".
L'aria della zona che prima era FINISSIMA, LIEVISSIMA,
FRESCHISSIMA, diventa improvvisamente irrespirabile, satura dei
residui di carburante.
Terminata la micidiale "messa a punto" dei vari marchingegni, inizia la
trepidante attesa che qualche incauto filo d'erba, nel giardino o nel
prato, faccia capolino e... zacchetel ... prende il via l'assordante
sarabanda dei motori: ronzanti, scopiettanti e fumanti ovunque, ad
ogni ora, anche e soprattutto nel momento della siesta,
condannandoci cosi a soggiorni da incubo.
Nella zona ora sono molti a lamentarsi del consistente calo turistico,
non sanno spiegarsi la ragione dell'assenza di tanti abituali
villeggianti.
So per certo che molti di questi sono alla ricerca di zone desertiche
dove, sicuramente, non esistono i "tappeti verdi all'inglese".
Ritroveranno la sospirata tranquillità, forse la loro siesta potrà essere
leggermente disturbata, esclusivamente però dall'immancabile ronzio
di pochi ed accaldati insetti.

Enzo Morocutti

 

 

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LA VAL DE BORZAC

Si tratta della bella prosa dialettale ormai caratteristica di Adriano
Capelli. Ancora una volta ci teniamo a sottolineare, tuttavia, che il
dialetto è scritto cosi' come viene, senza pretese di accenti o dittonghi
esatti.

Fin da bocia in piaza a Borzac i me diseva ca i mortas i ne portava via
la legna coi cavai e i caret dala val; ades i gha i trator o i camionzin ca
ie pu gros e i carga de pu.

Na bota la via dal mont l'èra bianca e ingiarada e sa qualche bacan al
tirava a strusa qualche legn restava la scia sula via; ades con tut al
trafic ca ghe dentro la val noi so pù sa darghe la colpa ai mortas o a
attra gent ca senza farse veder i pasa dopo l'ofta sula via che riva
al ricovero e li i tira drit fin a casa}

La se ciama la Val de Borzac, ma sa fom an giro par ben de
borzaghei som an poc ma bon, e alora sa metom qualche palacar de
granito proprio sul bivio da l'ofta, podrian vider in facia, quant ca i
pasa dal paes coi trator carghe' sa le vira ca ie amo come na bota i
solicc da mortas ca i ne ciava al legnam.

Adriano Capelli

 

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L'ANGOLO "DEL SILVANO"

Silvano Brunelli, ormai sistematico collaboratore di questo Foglio Notizie,
questa volta... si è sdoppiato: ci ha infatti mandato sia il suo
solito "enigma sia un articolo storico-rievocativo. Pubblichiamo di
seguito i due contributi.

RICERCA CULTURALE A PREMIO

Fra chi indicherà con esattezza il nome del poeta e la zona a cui si riferisce la strofa
poetica che segue, verrà sorteggiato un premio.

""... V'è del Sarca un tetro guado nella gola d'un
dirupo,
dove un dì s'udia non rado l'aspro mugulo del
lupo.

o lo strido del falcone
che calava dal burrone
gli uccelletti antelucani sovra gli aceri a
ghermir...""

Ricordo che la soluzione del gioco pubblicato sul giomalino di giugno era: "Il
comprensorio delle Giudlcarie". I solutori sono stati 6 e fra essi è stato sorteggiato
per il premio il socio Angelo Giovanazzi.

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LE CURE SANITARIE DEI NOSTRI AVI

Sfogliando un libro di storia dei nostri paesi, ho trovato
interessante e curioso il sistema sanitario praticato nei secoli
scorsi.
La gente cercava il medico raramente, solo nei casi più disperati, anche perchè
erano rari.
Riva del Garda aveva un medico condotto già nel secolo XIII, ma nelle valli arrivò
molto più tardi, assunto dalle Pievi con un unico contratto.
Da antico tempo godevano di credito i "giustaossi". gente pratica delle rotture delle
ossa delle gambe e delle braccia e abbastanza abile nel sistemarle, nonché gli
erboristi "botanici" conoscitori di decotti, unguenti e bevande ricavati da piante
medicinali e usati per i più disparati malori.
Di generazione in generazione, per secoli, si tramandavano antichissime forme
terapeutiche abbastanza efficaci:
= contro i catarri e le affezioni delle vie respiratorie e urinarie, si usavano pillole di
olio di abete o essenza di trementina della resina del larice;
= contro i reumi di impiegavano anche impiastri di sterco di bovino caldo;
= sulle ferite con emorragia, si mettevano ragnatele delle stalle come emostatico o foglie di
tabacco, si disinfettavano poi con urina e con l'applicazione di resina di pino;
= sulle scottature di posavano fette di patata cruda,
= e si legavano sacchetti di aglio al collo dei bambini affetti dai vermi.
..."No gh'è erba che varda 'n sù, che no g'abia la so virtù"...
ripetevano le donne sagge e consigliavano:
= il basilico contro l'insonnia e l'emicrania;
= la camomilla o il "medak" (medemaistro) come tonico, digestivo e sedativo;
= la cipolla come diuretico e antitraumatico;
= il finocchio e il ginepro per il diabete;
= la lavanda contro tossi o asma:
= il rosmarino come stimolante e antigottoso.

Silvano Brunelli

 

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RICORDO

Purtroppo anche in questo numero non può interrompersi la
necessità di ricordare un associato defunto.
E' mancato Florio Lorenzi galeda, uno dei primissimi soci anche se non proprio uno dei
fondatori, uno che ha sempre amato tanto la nostra associazione non mancando mai di
dire la sua anche a questo Foglio Notizie e di prestarsi sempre ed in tutti i modi ad aiutare
nelle organizzazioni, a pulire, a lavorare, a dare la propria totale e sincera collaborazione
come dovrebbero fare tutti i soci.
Ci mancherà.
A tutti i familiari vadano le sincere condoglianze dell'intera
associazione.

 

 

 

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AUGURI - AUGURI !!


Ancora una volta siamo arrivati alle Feste di Natale e fine d'anno.
Non vogliamo far mancare in questo numero che giungerà agli
associati in prossimità di tali festività, gli auguri più sinceri ed
affettuosi di tanta felicità e di liete feste e splendido Anno Nuovo da
parte del consiglio direttivo dell'associazione e da parte della
redazione del "Foglio Notizie".


 

 

 

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ULTIMA RACCOMANDAZIONE

Nello scorso mese di novembre, abbiamo inviato un modulo di vaglia
postale a tutti i soci che non avevano ancora provveduto al
pagamento della quota associativa per l'anno 1997.
Molti hanno provveduto o stanno provvedendo.
I ritardatari ormai si contano sulle dita di una mano.
A questi pochi ritardatari vogliamo ricordare che, trascorso il 31
dicembre, i "morosi" verranno cancellati dall'elenco degli associati e
dall'indirizzario di questo giornalino.

 

LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO

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