ANNO XXVI - N.3 = SETTEMBRE 1999

 

 

FOGLIO NOTIZIE

"LA TRISA"

 

IN QUESTO NUMERO:

  1. = CRONACHE D'ESTATE

  2. = L'EPIDEMIA

  3. = la rubrica: "RICORDI"

  4. = LA SOLITA RACCOMANDAZIONE

 

 

 

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CRONACHE D'ESTATE

"Raccontiamo" qui di seguito l'andamento delle principali
manifestazioni estive. Per chi c'era, un'occasione di ricordo (speriamo
piacevole); per chi non c'era, un'occasione di informazione.

1 agosto - SAGRA DI MORTASO
Come avevamo previsto, la data particolarmente "alta" ha finito per
penalizzare molto la Sagra di quest'anno. AI primo d'agosto infatti
erano ancora poche le persone stabilmente in vacanza e quindi la
presenza "di pubblico" è stata piuttosto scarsa.
L'andamento della giornata, peraltro, è stato in linea con quanto è
sempre avvenuto negli ultimi anni e cioè al mattino l'aperitivo a base
di formaggio e vino bianco offerto dalla nostra associazione ed al
pomeriggio i soliti giochi per i ragazzi a cura dell'apposito "comitato
Sagra".
Infine alla sera qualche spruzzo di pioggia (che quest'estate era
all'ordine del giorno) ha sconsigliato il regolare svolgimento della
processione, ma ha poi permesso lo stesso il concerto bandistico in
piazza e le altre manifestazioni previste.

7 agosto - ASSEMBLEA GENERALE
Purtroppo, malgrado le raccomandazioni particolarmente calorose che
avevamo fatto nel numero di giugno di questo giornalino, la presenza
all'assemblea generale è stata quella solita di tutti gli anni ed anzi
forse qualcosa di meno: una trentina i soci presenti.
Ci pare. veramente strano che anche soci che pure sono a Mortaso,
magari a casa a guardare la televisione, o al bar a fare una "briscola",
non sentano invece la: voglia di partecipare a questo
momento della vita associativa che è l'unico dell'anno in cui si
possono discutere le scelte, dare suggerimenti, indirizzi o critiche ed
essere informati delle intenzioni e dei programmi del consiglio
direttivo.
Ma forse è inutile lamentarsi. Questa è oggi la realtà
dell'associazionismo, dove si lascia a pochi l'onere di decidere (ma
anche di operare e lavorare) per tutti. Succede anche in politica dove
tutti si lamentano, ma pochissimi si impegnano; figuriamoci in
piccole realtà associative come La Trisa.
Comunque i pochi presenti hanno ascoltato la relazione
del presidente sull'andamento dell'annata sociale e sui
programmi per l'immediato futuro: in particolare il
presidente ha ricordato che l'attuale consiglio, anche
per la mancanza di idee nuove, ma anche per una precisa
scelta, ha deciso di dedicarsi soprattutto alla valorizzazione
ed al miglioramento delle nostre proprietà (sede e casett in
Val di Borzago) pur senza dimenticare altre iniziative isolate
(per esempio la realizzazione delle due video-cassette "Ricordi"
che sono state molto gradite) e pur essendo sempre pronti
a raccogliere eventuali nuove idee per manifestazioni o programmi
diversi.In conclusione l'assemblea ha provveduto all'approvazione
dei conti ed alla decisione circa il luogo per la polentata.

16 agosto - FESTA SOCIALE - POLENTATATA
Ha avuto, invece, un grande successo di partecipazione la
nostra festa sociale: la "giornata della polentata".
I -Soci presenti hanno superato complessivamente
nell'arco della giornata (la giornata lavorativa ha
infatti costretto alcuni soci ad una presenza saltuaria)
il numero di 90 che è uno dei più alti" in assoluto e
certamente il piu alto degli ultimi anni.
Suggestiva, al mattino, la recita della S.Messa
all'aperto davanti al nostro "casett" da parte di
don Ugo, neo-sacerdote, figlio del nostro socio
Luciano Lorenzi.
Il resto della giornata si è svolto, al solito,
fra canti, mangiate, bevute e partite di morra.
A proposito di marra, la consueta gara sociale ha
dato un esito a dir poco sorprendente. E' infatti
risultata vincitrice una coppia del tutto inattesa;
e certamente non famosa per la perizia in questo gioco
Mario Masè e Franco Mattaboni. Del resto la gara è stata
avvincente e la loro vittoria del tutto legittima. Franco
inoltre se lo merita se non per la sua -abilità a morra,
almeno per il .fatto che organizza questa gara da moltissimi anni.
AI secondo posto la coppia Claudio Bina e Gilio Lorenzi
ed al terzo un'altra coppia di "outsider": Valter Avogadri
ed Egidio Lorenzi.
La prima coppia di "veri morristi" la troviamo solo al
quarto posto: Imerio Santoni ed Enrico Albertini.
Anche il tempo, in un'estate particolarmente negativa,
ci è stato abbastanza propizio con solo poche spruzzate
di pioggia che hanno comunque permesso il normale
andamento della festa.

 

 

 

 

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L'EPIDEMIA

Enzo Morocutti, con una precisione di cui gli siamo molto grati, non
manca mai all'appuntamento con l'uscita del "Foglio Notizie" e ci invia
sempre uno dei suo graditi "pezzi" che costituiscono ormai una
rubrica fissa del nostro giornalino.

"... probabilmente si tratta di una malattia misteriosa, una delle tante
che periodicamente affliggono il pianeta: certo che fa pena vedere
tante persone per strada o in piazza, di solito appartate in qualche
angolo, tutte con la testa piegata a destra o a sinistra, con la mano
sulla guancia o sull'orecchio che farfugliano delle parole, qualche
lamento, forse una preghiera, a volte anche a voce alta.
E' una vera sofferenza per noi, sempre sensibili al dolore altrui, non
poter intervenire.
Abbiamo tentato di avvicinarci a qualcuno per cercare di portare
conforto, per chiedere se potevamo fare qualcosa. .. abbiamo
ottenuto sempre feroci occhiatacce da parte degli infelici che sempre
più si ripiegavano verso la parte... dolente. Che pena! Pensi che
sono quasi tutti giovani.
Questa moderna epidemia è strana: abbiamo notato che dopo
qualche momento, a volte tre-quattro minuti, quasi tutti raddrizzano
la testa e riprendono la posizione normale. Sul volto dei "sofferenti"
abbiamo visto varie espressioni: qualcuno gioviale, altri allegri, altri
tristi e preoccupati.
Cosa mai sarà questo nuovo moderno malanno? Una persona che
abbiamo visto la settimana scorsa in un angolo della piazza, con la
testa storta verso destra, l'abbiamo trovata all'ambulatorio per due
volte di fila: aveva la testa piegata, però non si teneva la mano
sull'orecchio; chissà cosa gli avrà detto il medico ?!
Lei cosa ne pensa. ...
Questo è quanto le due signore del luogo mi hanno detto, tutto di un
fiato, agitate e preoccupatissime, di ritorno da Spiazzo verso
Mortaso lungo la via Piccola, senza che riuscissi a intervenire per
tranquillizzarle e spiegare loro che nessuno (o quasi) è ammalato,
che le persone per strada o nell'angolo della piazza stanno
semplicemente parlando o ascoltando qualcuno con un telefono
portatile, molto di moda, molto utile (a volte inutile), molto dannoso
al portafoglio e forse un pochino anche alla salute.
Trattasi sì di epidemia, però non in senso medico.
I tempi cambiano. Avrete notato che anche prati e boschi
sono invasi da persone vocianti e gesticolanti.
Non esiste più il romantico silenzio del bosco,
l'incantesimo selvaggio della natura e l'armonioso
canto degli uccelli che ora se ne stanno silenziosi
e allarmati cercando di capire a chi appartengano quei
molteplici trilli strani e meccanici.
Nel bosco voci concitate segnalano, con il telefonino,
a qualcuno in zona, la scoperta in mezzo alle piantine
di "grisoni" di un paio di funghi che potrebbero
essere "brise", hanno però il gambo un tantino
bluastro ... ecc.
Non c'è più pace, addio quiete, non c'è più rispetto
per la natura.
Ormai la gente quassù, quella che va per i boschi,
non si muove se non con il regolamentare cestino e
"l'indispensabile" telefonino. La montagna è attraversata
ovunque- da trilli e segnalazioni: chi ha avuto, come me,
la pazienza di fermarsi e ascoltare qualche frase
proveniente da fitti cespugli, ha appreso che ...
"questi due sembrano verdoni, sono sani, poi te li
far vedere...", oppure un'altra voce che sussurra: ...
"uno che è passato poco prima di me, ha trovato una
decina di finferli, un porci nello e altri che non
conosco, ... forse sono matti... ".
La tecnologia, la moda, alcune necessità, ora ci
portano queste "epidemie", queste stranezze. In paese
dicono che nel bosco non si trovano più funghi. Oggi è
più facile trovare qualche telefonino, smarrito o
dimenticato probabilmente da un tale, notato giorni
prima in un angolo della piazza con la testa piegata
da un lato e la mano sull'orecchio.

Enzo Morocutti

 

 

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"RICORDI"

Completiamo, nell'ambito della rubrica cosiddetta
Ricordi la pubblicazione della poesia scritta da
Santo Lorenzi nel lontano 1960 per festeggiare il
quinto compleanno della nostra associazione. Le
altre due parti sono state pubblicate sui numeri
di marzo e di giugno di quest'anno del giornalino.
-Come già detto le altre volte, lasceremo il dialetto
così come scritto dall'autore, in maniera tecnicamente
tutt'altro che perfetta, ma utile per la più semplice
comprensione e non mancheremo di far seguire la traduzione
per i non pochi nostri soci che ormai hanno difficoltà a
capire il dialetto, specialmente scritto.

Par intant nu pori vecc (e nul par vera)
circom in qualchi posto amu ala manera
nossa, da trisarla amu suta 'n pecc
E piantarom amu al nos pal, lì fò dalla casina
e la magnarom amu misciada ala dasina

E al dì dala nosa festa, chi bel vider cai fà
tucc i noss cari soci, cui so spogn tutt spiazzolà
Nuss diria qua, chi na società esista cì in Rendena
ma al par in tocc di rion vignù dala Vai Gardena

Chi avveniment, la duman dala partenza
par la gita, chi cerca al so auto, chi è senza
Tucc indaffarè, chi porta al parol, chi gà in fiasch in man
chi và par salam, chi lega sù al madran
"Ti gal'et la farina?" e chi pensa par al sal

Chi bela accoglienza i ni farà su par la Vai
Già chì la gent, le tutta fò dali casi a vardar
E vargun ia ritardà anca da nar a sagar
Tucc a vider, popi e granc, sta bela comitiva
È vignù fò parfin al Remo dala Coperativa

E giù vers Spiazz, tucc all'adunada
parchè lagiù ogni macchina la vegn targada
Po'tucc in fila lì suta al campanil
piena la piazza, la fera la par dal prum d'avril
E dopo In breve raccugliment par chi nu ghe pù
sona In coro di clacson, e s'inviom in su

Come al stà ben al noss rantecc, lì tacà
in tane auti, e chi arii cal si dà
al noss stema, al par c'al sgola... n'angiulin
al pindula, al dondola, l'è al nos caro parolin
Chi ben c'al stà lì tacà ali caili a pinzolon
al noss caro artistic e bel mudaion
al ti batt suli braghi, tutt cuntent al par c'al disa
"Vegnu anca mè con tucc vuaftri alla sagra dala Trisa"

L'à impruvisada, struligada e l'à scarabuciada
In t'un sol dì, al 9 di marz, intant c'al fiucava
Chi l'à scrita i lo induvinarà noma i slavaci da Milan
Un grazie sa m'avrè scoftà, e 'I vi saluda l'affezionato socio.

Lor - San 1960

Per intanto noi poveri vecchi (e non sembra vero) cerchiamo
ancora in qualche posto, alla nostra
maniera, di mescolare ancora la polenta sotto qualche abete
E pianteremo ancora il nostro palo, lì fuori dalla "casina"
e la mangeremo ancora mischiata agli aghi degli abeti.

E il giorno della nostra festa, che bello vedere cosa fanno
tutti i nostri cari soci, con il loro cappello tutto spazzolato
Non si direbbe neppure che esista una società così in Val Rendena
ma sembra un pezzo di paese venuto dalla Val Gardena.

Che avvenimento, la mattina della partenza
per la gita: chi cerca la sua macchina, chi è senza.
Tutti indaffarati: chi porta il paiolo, chi ha un fiasco in mano
chi compera il salame, chi lega il palo per il paiolo sulla macchina
"Tu ce l'hai la farina?", e chi pensa al sale.

Che bella accoglienza ci faranno su per la Valle
Già qui la gente è tutta fuori dalle case per guardare
e qualcuno ha ritardato anche di andare a segare il fieno
Tutti a vedere, bambini e grandi, questa bella comitiva
È uscito persino il Remo dalla Cooperativa.

E giù verso Spiazzo, tutti all'adunata
perché laggiù ogni macchina venga contrassegnata
Poi tutti in fila lì sotto il campanile
piena la piazza, sembra la Fiera del primo d'aprile.
E dopo un breve raccoglimento per chi non c'è più
suona un coro di clacson e ci avviamo in su

Come sta bene il nostro paiolo lì attaccato
a tante macchine, e che aria si dà
il nostro stemma, sembra che voli... come un angioletto
penzola, dondola, è il nostro caro piccolo paiolo Come
sta bene lì è attaccato ai calzoni a penzoloni
Il nostro caro e artistico e bel medaglione
Ti batte suL pantaloni, tutto contento sembra che dica
"vengo anch'io con tutti voi alla sagra de La Trisa"

L'ho improvvisata, pensata e scritta
In un sol giorno, il 9 marzo, mentre nevicava
Chi l'ha scritta lo indovineranno solo gli arrotini di Milano
Un grazie se mi avete letto, e vi saluta l'affezionato socio

Lor(enzi) San(to) 1960

 

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LA SOLITA RACCOMANDAZIONE

Sul numero di settembre del giornalino, non manca
mai la raccomandazione di verificare il pagamento
della quota sociale: se non avete già provveduto
nel corso dell'estate, vi preghiamo di
provvedere al più presto.
L'importo dovuto è di lire 35.000=="per i soci effettivi e simpatizzanti
(sopra i 16 anni) e di lire 15.000== 'per i soci aggregati (sotto i
16 anni).
Avete a disposizione tutti i modi: 1)- del contante in una busta
Spedita al Tesoriere Renato Lorenzi - frazione Mortaso - 38088
Spiazzo; 2) un vaglia postale. intestato all'Associazione La Trisa in
persona del Tesoriere Renato Lorenzi - .stesso indirizzo: 3)- un
bonifico bancario sul conto corrente intestato " Associazione La
Trisa" presso la Cassa Rurale di Spiazzo; 4)- un assegno spedito al
Tesoriere: 5)- ." qualsiasi altro modo che vi piaccia ... purché si
provveda al più presto.

 

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LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO