ANNO XVII - N.2 = LUGLIO 1990

 

 

FOGLIO NOTIZIE

"LA TRISA"

 

IN QUESTO NUMERO:

  1. = UN'ESTATE. .. MENO IMPORTANTE

  2. = LA "CURA" DEL FIENO

  3. = IL GLORIETO... ED ALTRE AMENITA'

  4. = AUGURI E RACCOMANDAZIONI

 

 

 

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UN'ESTATE... MENO IMPORTANTE

Siamo in prossimità di una nuova stagione estiva.
Tradizionalmente nei primi anni della nostra associazione e di
rei fino a tre o quattro anni fa, nell'estate o meglio nel
mese di agosto, si concentrava tutta la attività sociale con la orga
nizzazione di manifestazioni sportive o culturali di ogni genere.
Tutti ricorderanno i giochi della Sagra, le serate danzanti, le
gare di corsa in montagna, le gare di bocce, i tornei di ping pong,
le mostre fotografiche e così via.
Il consiglio de La Trisa nei mesi di giugno e luglio teneva tre o
quattro riunioni per immaginare, preparare, organizzare il programma estivo.
E questo numero di luglio del Foglio Notizie era tradizionalmente dedicato
alla presentazione del programma estivo con date, calendari, regolamenti
delle manifestazioni, etc.
Da qualche anno tutto ciò non è più, le ragioni le sappiamo tutti:
abbandono dell'organizzazione della Sagra, rinuncia da parte nostra
alla attività di "Pro Loco", ripiegamento su iniziative
più direttamente dedicate agli associati e non all'esterno.
Non ci interessa affatto ritornare su questi argomenti triti e ritriti
per discutere se sia bene o male.
Volevamo solo sottolineare come non ci sia e non ci debba essere
in questo numero un "programma estivo".
Resta evidente però che nel mese di agosto continuerà a
concentrarsi buona parte della nostra attività, non
fosse altro che per il fatto che in questo mese confluiscono
a Mortaso gran parte dei soci.
Terremo quindi la consueta assemblea annuale in una data comoda
che non mancheremo di segnalare con avvisi in loco,
la terremo nostra Festa sociale della polentata con annessavi gara di morra,
e non mancherà qualche altra iniziativa spontanea dell'ultimo
momento per ritrovarci, stare in amicizia e compagnia.
Proprio perchè questa organizzazione dell'estate non è più un
"obbligo", ci teniamo a sottolineare l'importanza delle
iniziative anche di singoli soci o gruppi di soci.
Vogliamo dire: poichè la nostra attività è oramai rivolta "all'interno"
cioè solo a noi associati, non occorrono più organizzazioni
particolari, costose ed impegnative: se a un gruppo di
soci viene in mente di organizzare una serata in sede per ballare,
o per vedere filmini e diapositive, o per "mettere in piedi" una gara di
tressette o di briscola, lo faccia senz'altro, si dia da fare,
lo dica ad un consigliere e sicuramente tutto il
consiglio sarà a disposizione per fare quello che serve. Ormai
per scelta generale La Trisa è diventata più un "club privato"
che una associazione cultural-sociale.
Sarebbe bene che anche i soci si abituassero a questa realtà e
trattassero la sede e le iniziative come sede ed iniziative
appunto di un "club" dove tutti fanno e nessuno fà, dove è impor
tante stare per ritrovarsi e divertirsi.

Il Consiglio direttivo

 

 

 

 

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LA "CURA"DEL FIENO

Dalle mie parti la cura del fieno non avviene esattamente come
tutti voi la potete immaginare. Non è come quella che forse
qualcuno di voi ha avuto l'opportunità di,fare nei comodi "solarium"
in alberghi di Cadine o Sopramonte. delicatamente ricoperti di candidi lini
sui quali viene steso del selezionato fieno di erba medica ed altre
specialita'locali) per farvi sudare.
per spremervi sotto il sole filtratofutte le gocce di sudore
disponibili e portarvi in un crescendo di calore diffuso fino al
benessere che. controllato. fa sciogliere ogni forma reumatica
accumulata nel vostro corpo durante i mesi invernali.
Da noi, dalle mie parti (e forse anche in Val Rendena), negli
anni passati la cura del fieno si articolava nel seguente modo e
si svolgeva, di norma, nella quota altimetrica di m. 1000 per
progredire gradualmente da 1400 a 2000 metri. Il nostro fieno,
non selezionato, allargato, girato e seccato incominciava
a prestarsi alla "cura"; non era abbondante perchè
veniva tagliato in tutti i luoghi possibili ad ogni stagione estiva.
Bisognava rastrellarlo e ammucchiarlo; le sudate della "cura" che
già incominciavano al sorgere del sole. si concretizzavano
ed aumentavano quando il sole alto fiaccava l'entusiasmo
e le forze giovanili alimentate prima a caffelatte e polenta
fredda, poi a polenta calda e formaggio.
Nell'arco della giornata. tafani dagli occhi di cento colori
e formiche rabbiose ti iniettavano in ogni dove i loro tremendi
acidi.cosi la "cura" veniva completata da robuste pacche toni
ficanti e massaggi continui nelle varie parti del corpo.
La "cura" proseguiva. Nel tardo pomeriggio si caricava il fieno
tagliato il giorno prima. ormai secco. su grandi frasche verdi.
dalla ramificazione piatta ed estesa reperite al momento.
Sul pendio ripido venivano caricate una decina di frasche.
disponendo i cumuli in modo che non potessero rovesciarsi in avanti.
poi seguendo delle piste già collaudate negli anni. una alla volta
venivano trascinate al punto di raccolta. una vaI letta
sopra una stradina militare. Dieci frasche. dieci risalite fino al
punto di partenza e poi giù. velocemente. cercando di evitare
di ricomporre i ribaltamenti che avrebbero aumentato la fatica
il carico ed intensificata la "cura" di sudore.
Tutto questo avveniva nei prati sopra la strada. In quellisotto, la
uc'urau si articolava in modo diverso, più complesso: ammucchiato in
vari punti il fieno secco, si stendevano sul prato due corde parallele
da noi denominate "saulins", si disponeva con tecnica particolare il
fieno in quantità adeguata e si chiudeva il tutto. Per questa operazione
bisognava essere in dueperchè le corde venivano tirate in modo contrapposto,
contempo raneamente, ottenendo così un fascio compatto. Poi in mezzo alle
due corde nel lato superiore, veniva scavata una nicchia dove, voltando
la schiena al fascio, incurvando tutto il corpo e facendo presa con le
mani alla corda più in alto,si infilava la testa
fino alle spalle e con enorme sforzo, compensato in parte
dall'esperienza, piegando le ginocchia, si riusciva a mettersi in
piedi ed incamminarsi, inizialmente con precario equilibrio,
faticosamente, sull'erto pendio fino alla strada. Testa e spalle
affondate nel fieno profumato e caldo erano privilegiate per la
"cura dell'artrosi cervicale.
Per l'effetto delle varié quote di altitudine la cura da noi
durava sei/otto settimane.
Debbo riconoscere che era efficace. Per me è stata un toccasana,
senz'altro effetto benefico. Infatti oggi, a sessanta anni,
non un lamento ancora alcun dolore artrosico o reumatico,
pertanto penso che anche voi, come me, possiate tranquillamente
consigliare questa "cura" ai vostri figli...

Enzo - Brescia

 

 

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IL GLORIETO... ED ALTRE AMENITA'

Nei ricordi più belli che ho delle vacanze passate d'estate in
Rendena da bambino riccore spesso il "glorieto" (o meglio quello
era il nome con cui lo chiamava lIia nonna, "gazebo" nella versione
holliwoodiana di Hitchcock) che altro non era se non un
chiosco di legno alto non più di tre metri a forma di casetta
con i muri formati da un groviglio di rose canine, edera e glicini.
All'interno vi era un tavolino e delle panche.
Nel "glorieto" mia nonna d'estate offriva ai visitatori
"due chiacchere" all'ombra accompagnate da un bicchiere di vino o di
succo di uvaspina (leggi: rosolio dei poveri) a seconda se l'ospite
fosse uomo o donna. Poteva essere il "sior Curato", il "Pasquin da li
cavri" o la "levatrice" oppure qualche "sior villeggiante"
come lei chiamava i turisti estivi ospiti della Rendena.
lo dall'alto dei miei nove anni guardavo con poco entusiasmo
a queste visite poichè, dovendo presenziare, finivo con l'annoiarmi
anche perchè il Pasquin mi dava i pizzicotti sulle gambe, la
levatrice continuava a ripetermi di quando mi aveva visto "piccolo cosi"
ed il sior Curato dopo qualche infruttuosa ricerca nelle profonde tasche
della tonaca mi comunicava di non avere caramelle, ma in compenso mi
faceva qualche domanda sui compiti scolastici.
Ragioni per cui io alla loro vista preferivo andarmene a bighellonare
al Sarca o per funghi, nascondendomi alla loro apparizione.
Ma il mio interesse si ravvivava e diventavo un vero furetto
quando si preannunciava la visita di qualche amica di mia nonna,
perchè sapevo che il discorso sarebbe diventato interessante,
pieno di frecciatine e di lazzi all'indirizzo di quella o di quell'altra
amica in quel momento assente. La mia presenza però non era richiesta
anzi non era proprio gradita,ma io curioso per non farmi vedere ed
ascoltare ugualmente, passavo dall'orto adiacente e mi nascondevo tra
i filari dei fagioli accostandomi il pià possibile alle rose del "glorieto"
per meglio sentire i loro divertentissimi e per me vietati discorsi.
Ed il culmine della gioia lo raggiungevo quando incominciavano a
declinare le filastrocche a doppio senso, quelle strofette dal
l'aspetto boccaccesco ma dalla soluzione alquanto puritana.
Ne ricordo purtroppo solo una, abbastanza pepata, naturalmente
le parole non saranno esattamente le stesse ma il senso, anzi
il doppio senso, non è cambiato:

Li beli doni da li boti
i lu tegn n'ta li man
i lu scurla tra li sochi
ala sira o di duman,

Difatin el al s'ingrosa
cul so nar su e giu'
ma nu ocur averghi presa
sa si vol cal staga su'

Chi ne ricorda altre? oppure curiosi modi di dire? sarebbe
bello che le inviasse al notiziario de La Trisa in modo da non
perdere queste nostre perle di autentica cultura rendenese.
...A proposito la soluzione è: "il fuso"", perchè cosa avevate
pensato?

Enigma
Sapreste riconoscere questa notissima filastrocca rendenese in
cui sono state omesse le vocali e gli spazi tra le parole?

L G L N L G L G L G M B C L C R D L R S P R C H N L F G S F T F T C =

Soluzione: Li galini li ga ligà li gambi cu li curdeli rusi
parchè nu li faga i saft aft ci.

Daniele Massari

 

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AUGURI E RACCOMANDAZIONI

E'il numero di Luglio: tutti più o meno ci apprestiamo alle
vacanze: non possiamo e non vogliamo far mancare da parte
de La Trisa gli auguri più sinceri e sentiti di una vacanza
serena, rilassante, tonificante.
Ma anche ci permettiamo di raccomandare di non considerare
la vacanza solo... un dolce far niente. Alcune attività come per
esempio dedicarsi a partecipare ai nostri incontri, venire e
discutere all'assemblea generale, spremere qualche idea, organizzare
qualche serata, ebbene queste attività migliorano la vacanza, servono
a rilassare e a tonificare.

 

LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO