ANNO XVIII° - N.1 = MARZO 1991
FOGLIO NOTIZIE "LA TRISA" |
IN QUESTO NUMERO:
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UN PUNTO DI VISTA
Occorre che Soci della Trisa prendano in considerazione il IN ONORE DEI NOSTRI ANZIANI
Come oramai tradizionale per la nostra associazione QUALCHE IDEA E SUGGERIMENTO
Il socio Lorenzi Franco in una chiaccherata informale con un MOVIMENTO DEI SOCI
Crediamo possa essere interessante per tutti conoscere un po' di PENSIERI...IN LIBERTA'
Il nostro buon collaboratore Enzo Morocutti (del quale abbiamo A PROPOSITO DEL PASSATO
Nell' ultimo numero ci eravamo ripromessi di dedicare qualche
problema della sopravvivenza dell'Associazione.
Espongo il punto di vista mio personale che è centrato
sulla valutazione del fatto che le nostre donne non sono
più quelle di un tempo, confinate nel ruolo di cuoche,
spose e madri. Da molto tempo esse sono uscite dall'ombra
della storia che le relegava dipendenti esclusive della
supremazia maschile.
Oggi tutte le nostre donne sono affrancate alla vita
moderna, hanno assimilato qualsiasi situazione di lavoro,
comportamento, società; con estrema disinvoltura hanno
concquistato tutto: l'ufficio, la fabbrica, la macchina,
la sigaretta, i jeans, l'abbigliamento casual, le spalle
imbottite (larghe quanto quelle dei maschietti), il bar,
ecc. ecc. Malgrado tutta questa evoluzione, non sono riuscite
ancora a concquistarsi un posto di socio della Trisa.
Quindi, secondo me, sembra arrivato il momento. Occorre
rimuovere tutti gli ostacoli pregiudiziali, occorre accettare
con gioia madri, sorelle. figlie, mogli e fidanzate nell'Associazione.
Ci sarà molto da guadagnare se un giorno verrà aperta la Trisa
alle donne. Sicuramente le Signore apporteranno nuove idee
che tutti noi umilmente, se valide, dovremo accettare.
Le allegre voci femminili cambieranno la festa della polenta,
nella quale da qualche anno i cori languono, porteranno più
vivacità ed allegria, la loro presenza ci gratificherà,
... ci racconteranno barzellette nuove e forse piccanti.
Non ci limiteranno nelle nostre libagioni perchè in compagnia
il vino può andare bene anche per le Signore; dovessero esserci
dei problemi, faccio notare che, l'ultima festa della Trisa al Caset,
sui tavoli sono apparse bottiglie di birra e Coca Cola, quindi ci
siamo già compromessi . . .
Oggi qualsiasi genti l Signora può arrivare al Caset della
Val Borzago sia con scarpe da ginnastica che con i tacchi alti.
Da anni non c'è più l'avventura del posto nuovo, scomodo e, a
volte, difficilmente raggiungibile. La soluzione del ritrovo annuale
al Caset è già un passo verso la caduta della rigida regola della
ricerca dell'isolamento presso malghe o torrenti oggi frequentati
solo dagli orsi.
Resta da chiarire un dubbio: ogni Socio dovrà studiare la sua
posizione in famiglia e controllare che le Signore non abbiano
desiderio di starsene finalmente in pace, a casa, almeno il
"di de la polenta"!
Enzo - Brescia
(è stata una delle prime iniziative adottate fino dai
primissimi anni di esistenza de La Trisa), ci siamo
recati alla Casa di Riposo di Spiazzo nel corso delle
feste di Natale e Capodanno, portando compagnia, allegria
e qualche dono agli anziani ospiti.
Siamo stati accolti come sempre con grande simpatia e
crediamo veramente di aver dato agli anziani il segno
della nostra riconoscenza ed affetto.
In data 14 gennaio 1991, ci è pervenuta la seguente lettera:
".... Personalmente ed a nome del Consiglio di Amministrazione,
porgo il più vivo ringraziamento per la giornata trascorsa con i
nostri ospiti. allietati dalla Vs/ compagnia.
Distinti saluti.
CASA DI RIPOSO S. VIGILIO - IL PRESIDENTE - Cozzio rag.Onorio"
nostro redattore, ci ha segnalato alcune sue proposte che ci
paiono interessanti da riportare per vedere se qualcuno troverà
la buona volontà per la realizzazione pratica:
a)-realizzare un' intervista con suo padre Giovanni Lorenzi in
quanto unico superstite dell'originario gruppo fondatore de La
Trisa e primo presidente della stessa. Sarebbe interessante
raccogliere i suoi ricordi di quei primi anni della nostra
associazione e metterli per iscritto per futura memoria ed
insegnamento ai soci piu' giovani;
b)-realizzare una specie di rubrica fissa sul "Foglio Notizie"
che potrebbe chiamarsi "Ricordi di polentate", dove tutti i
soci, ma specialmente i piu' anziani possano ricordare aneddoti
e situazioni particolari avvenute nel corso delle nostre feste
sociali. Naturalmente ciascuno potrebbe intervenire a suo piaci
mento ma data la normale difficoltà ad ottenere da qualcuno uno
scritto, bisognerebbe che qualche redattore si prendesse la briga
di intervistare alcuni soci piu' rappresentativi e sollecitare ad
essi appunto ricordi ed aneddoti;
c)-organizzare in sede una sistematica raccolta di tutti i libri
che riguardino direttamente o indirettamente la nostra Valle:
qualcosa già c'è (per esempio i libri del Prof. Franchini sul
Taron e diversi altri) ma quello che suggerisce Franco è una
vera e propria biblioteca specializzata facilmente consultabile:
l'idea e'certamente buona .... soldi permettendo;
d)-cercare di organizzare in sede magari durante l'estate qualche
serata dedicata alla proiezione di vecchi filmati riguardanti
le nostre feste sociali e le nostre altre manifestazioni.
Potrebbe essere certamente una buona occasione per ricordare
momenti felici o situazioni particolari.
.., numeri della nostra associazione.
Il Tesoriere ci ha infatti comunicato l'attuale situazione dei
soci: sono al 31 dicembre 1990 in numero di 137 (dei quali 113
in regola con il pagamento della quota sociale e 24 ancora
ritardatari per il pagamento della quota 1990).
Sono usciti dalla associazione nel 1990 13 soci per essere in
mora di due anni nel pagamento della quota associativa.
Sempre nel 1990 sono entrati 3 nuovi soci dei quali due effettivi
e uno simpatizzante.
già in questo numero ospitato un articolo) ci ha anche inviato
qualche altro pezzo, che ci pare degno di pubblicazione.
BREVE RIFLESSIONE
Ho notato che da qualche anno, finito il tempo delle vacanze,
parecchie persone abbronzate non ritornano nei luoghi dai quali
erano partite per i monti, laghi, mare, città...
Ho l'impressione che non torneranno mai piu'a casa loro molte,
moltissime persone abbronzate, scure. nere.
Cambiano i tempi! Fra non molto ci sentiremo chiedere ovunque,
insistentemente: "vu'abbronzà?".
RIFLESSI DEL SARCA
Tutto era cominciato in primavera.
L'acqua limpida del Sarca mandava riflessi dorati e cristallini
in ogni direzione ed abbagliava con intermittenza irregolare il
gitante che, pensando ai fatti suoi. percorreva pigramente
l'argine del torrente.
Il luccichio dell'acqua lo ipnotizzava, non riusciva a togliere
gli occhi da quello spettacolo che variava ad ogni passo.
All'improvviso l'attenzione del turista fu stimolata da un ri
flesso insolito, diverso, prolungato, che proveniva da un punto
dove l'acqua lambiva di tanto in tanto il pietrame. Fece qualche
passo verso il punto luminoso, da quella posizione però non riu
sciva a capire di cosa si trattasse; tornò leggermente indietro.
trovò un passaggio dal quale poteva scendere agevolmente vicino
all'acqua e, cercando di evitare di bagnarsi, saltando da una
pietra all'altra, riuscì a raggiungere, fra schizzi e balenii
luminosi, il punto dove il forte riflesso brillante era ben
localizzato.
Si avvicinò incuriosito, si chinò e, bagnandosi fino al gomito,
spostò un po' di ghiaia che circondava la zona e constatò che si
trattava di un semplice sasso. rotondeggiante, con riflessi
giallognoli, ma null'altro che un sasso delle dimensioni di una
grossa mela. Fosse stata almeno una pietra di quarzo, l'avrebbe
portata a casa per usarla come fermacarte, invece quel sasso
giallognolo non vedeva proprio a cosa gli potesse divenire utile.
Ritornò sull'argine e proseguì la sua passeggiata fino al campo
sportivo e, dopo aver sostato in piazza a parlare con un paio di
conoscenti, se ne tornò a casa.
Quella sera a tavola raccontò dei balenii dell'acqua al sole
pomeridiano e parlò anche della pietra giallognola che aveva
ispezionato. I familiari si guardarono per qualche momento e
tutti insieme esclamarono: "sarà stata una pepita d'oro!" L'uomo impallidì".
Non gli era passato minimamente per la testa che la strana pie
tra che aveva sfiorato nel torrente potesse essere davvero una
pepita; ora però, pensandoci...un pomeriggio di sole, all'inizio di
I familiari vollero conoscere altri particolari ed il frastornato
villeggiante, con le mani fra i capelli e gli occhi sbarrati
ripetè tutto. Ormai era buio. Il giorno dopo lui e la moglie, di
buon'ora sarebbero tornati sulla sponda di Fisto del Sarca, avrebbero
raggiunto il greto del fiume e controllato la pietra. Nessuno in famiglia
dormì bene quella notte.
I due coniugi si alzarono prima delle cinque. Si scaldarono una tazza di
caffè e giu' subito in macchina fino alla segheria.
Scesero verso il torrente, lui individuò il passaggio e arrivarono
in zona. Il corso d'acqua si era un tantino ingrossato causa
l'aria tiepida del giorno prima e della notte che aveva favorito
il disgelo. Il Sarca era piu' impetuoso.
Iniziò la ricerca. La posizione era giusta, ma la zona dove avrebbe
dovuto trovarsi la strana pietra era indecifrabile. Forse
era un po' piu'in su, o probabilmente più a destra, oppure oltre
quei due sassi o magari... Girarono in lungo e in largo alter
nando momenti di fiducia ad altri di delusione. Verso le otto
decisero di sospendere le ricerche; sarebbero tornati dopo pranzo,
speravano che nel pomeriggio l'acqua sarebbe tornata del
l'entità del giorno prima.
In casa erano tutti agitati e nervosi. A tavola i tre figli avevano
deciso di partecipare alla ricerca. Tutto invano. La spedizione
di massa non ebbe successo; stanchi e delusi decisero di
rinunciare momentaneamente perchè era quasi ora di cena.
Giuramento collettivo: nessuno ne doveva fare cenno con parenti
ed amici; per sviare eventuali curiosi bastava dire che si cer-
cavano in quella zona dei sassi speciali da dipingere.
Tornarono sul luogo la mattina seguente e, nel pomeriggio, alla
ricerca parteciparono ancora i tre figli. Negativo.
Nei giorni successivi e per tutto il periodo delle vacanze pasquali
visitarono costantemente il posto, ma non trovarono quanto
andavano cercando. Anche la mattina prima di chiudere i bagagli
per fine vacanze lui fece visita al luogo, estremo tentativo,
imprecando per la sua mancanza di "fiuto" in quel famoso
pomeriggio. Peccato!
Si ripromise di tornare appena possibile e così fece; per quasi
due anni, ogni sabato e domenica faceva il suo "pellegrinaggio"
sulle rive del Sarca, sempre più deluso e sfiduciato. Decise di
non pensarci piu'. Cambiò zona di villeggiatura.
Casualmente un giorno ci incontrammo e con una certa titubanza e
commozione mi confidò il suo segreto.
Ormai è passato un po' di tempo. La stagione ora dovrebbe essere
propizia, pertanto, appena tornerò a Mortaso, proverò a fare una
capatina fino sul greto del Sarca, perchè è certo che in una
piccola ansa, fra due o tre pietre si cela un sasso giallognolo;
potrebbe essere una pepita d'oro che attende il fortunato il
quale, in un pomeriggio di sole, riuscirà ad individuarla in
mezzo ai mille riflessi argentei e dorati dell'acqua.
spazio alla storia dei primordi della nostra associazione. In
questo numero per la verità non abbiamo a disposizione molto
spazio e quindi ci limitiamo a ricordare un particolare che non
tutti conoscono:
La nostra associazione vanta come data ufficiale di nascita
il 1955: nel nostro stemma,nella nostra carta intestata, etc.,
campeggia sempre la scritta "LA TRISA - 1955", e quando festeg-
giamo gli anniversari ci riferiamo sempre a questo 1955.
In realtà l'idea della costituzione di una associazione,
di un club, venne ad un gruppetto di amici nell'estate del 1956 ed in
quell'occasione scrissero lo statuto, nominarono il presidente,
il consiglio direttivo, e così via.
Poichè però quello stesso gruppo di amici aveva realizzato una
analoga gita con polentata già nel precedente anno 1955, decise-
ro che l'inizio ufficiale dell' "idea-Trisa" doveva essere ap-
punto il 1955 !
LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO |